Biografia

Mamma dopo il tumore: perché no?

Mamma dopo il tumore: perché no?
Prospettive di gravidanza dopo una malattia oncologica grazie alla preservazione della fertilità. Tumore non significa genitore impossibile. In occasione del 4 febbraio, Giornata Mondiale contro il cancro (369.000 i casi registrati nel 2017: 192.000 uomini e 177.000 donne e più di 3milioni e 300 mila gli italiani che vivono con una diagnosi di tumore, 24% in più rispetto al 2010), il Gruppo Ivi di Roma promuove un programma gratuito di preservazione della fertilità dopo eventi di carattere oncologico. "Fino a pochi anni fa -dice il prof. Antonio Pellicer, presidente del Gruppo IVI- una diagnosi di tumore escludeva la possibilità di una gravidanza dopo la guarigione. Ma oggi, la paziente oncologica può ricorrere a tecniche per preservare la capacità riproduttiva e può rimanere incinta anche dopo importanti trattamenti farmacologici e chirurgici contro il tumore". La tecnica più diffusa è la vitrificazione (raffreddamento ultrarapido) degli ovociti che oramai garantisce tassi di successo nelle gravidanze analoghi all'utilizzo di ovociti freschi. "Per queste pazienti, la prospettiva di una gravidanza dopo la malattia può rappresentare un fattore determinante per affrontare il percorso antitumorale che le riguarda. Al programma gratuito Madre dopo il cancro, Padre dopo il cancro hanno già aderito 908 donne  che, dopo vitrificazione degli ovociti, a terapia oncologica terminata -dice Daniela Galliano, dir. Centro Ivi di Roma- hanno fatto scongelare i propri ovociti conservati nel centro ed hanno portato avanti gravidanze con nascita, finora, di 25 bambini sani. Importante sottolineare che il programma IVI non impone alcun vincolo all'utilizzo degli ovociti vitrificati". [button link="https://www.danielagalliano.com/image/catalog/blog/2019/04/2018-02-06-epolis-bari.pdf" newwindow="yes"] Scarica il PDF[/button]