Uno studio presentato ad Eshre cancella il luogo comune del social freezing per privilegiare la vita professionale delle donne
Non è la spasmodica sete di carriera a spingere le giovani donne a congelare i propri ovociti per posporre una gravidanza. Ma, banalmente, il non avere una relazione stabile con un uomo che abbia nei suoi progetti matrimonio e figli. E per confermare quello che la maggior parte delle donne da tempo sapeva, c'è adesso il più grande studio qualitativo sul congelamento social degli ovociti, ovvero per motivi non medici. Studio effettuato in quattro grandi centri per la procreazione assistita negli Usa e tre in Israele, e presentato stamattina al congresso annuale Eshre, la società europea di riproduzione umana ed embriologia, in corso a Barcellona.
"La letteratura medica e anche i giornali tendono a sposare la tesi delle donne in carriera che rimandano la gravidanza crioconservando i loro ovociti - spiega Marcia Inhorn, antropologa all'Università di Yale, che ha presentato lo studio - ma il nostro lavoro suggerisce come invece sia la mancanza di una relazione stabile la motivazione principale".
[button link="https://www.danielagalliano.com/image/catalog/blog/2019/04/2018-07-02-la-repubblica_it.pdf" newwindow="yes"] Scarica il PDF[/button]