
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2016 il 40% della popolazione mondiale femminile adulta era in sovrappeso e circa il 15% soffriva di obesità. Come presentato dai ricercatori di Ivi, istituzione medica in Spagna specializzata nella riproduzione umana, durante il 74º Congresso dell’American Society for Reproductive Medicine, le donne affette da obesità potrebbero beneficiare del trasferimento differito dell’embrione che, secondo uno studio prospettico, elimina la correlazione tra le percentuali di impianto, aborto e neonati e gli indici di obesità e grasso corporeo.
Invece di trasferire l’embrione solo pochi giorni dopo aver stimolato la crescita degli ovuli e averli estratti, il trasferimento sarebbe posticipato a un ciclo successivo, evitando un possibile effetto negativo sull’endometrio senza che la qualità degli embrioni diminuisca. Questo posticipo è praticabile grazie alla tecnica della vitrificazione, il congelamento ultra rapido nel nitrogeno liquido a -196ºC.
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