L’infertilità maschile rappresenta la metà dei casi di infertilità ai quali si fa fronte al giorno d’oggi nelle cliniche di riproduzione assistita. Questo fatto, unito all’apparente diminuzione della qualità del liquido seminale negli ultimi anni, pone questo studio come punto di partenza di una realtà allarmante riguardante l’evoluzione della fertilità maschile.
La ricerca (“Total motile sperm count trend over time across two continents: evaluation of semen analyses from 119,972 infertile men”), guidata dalla Dottoressa Ashley Tiegs, fellow di IVI, ha esaminato il numero totale di spermatozoi mobili (TMSC) – il parametro più importante per prevedere la probabilità di ottenere una gravidanza – di 119.972 uomini trattati nelle cliniche di IVI distribuite tra Spagna e New Jersey, tra il 2002 e il 2017. Come conclusione, questo studio mostra che la proporzione di uomini con rischio di richiedere un trattamento di fertilità è aumentata in maniera considerevole negli ultimi anni, passando da un 12,4% nel 2004 a un 21,3% nel 2017. Questo presume una crescita del 9% in poco più di dieci anni, un’evoluzione quanto meno eclatante.
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