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Cancro diminuisce di un terzo probabilità di avere un figlio

Cancro diminuisce di un terzo probabilità di avere un figlio

Il tumore diminuisce di oltre un terzo la probabilità di avere un figlio Per la prima volta uno studio quantifica l'impatto della malattia oncologica sul desiderio di maternità. I risultati presentati al congresso dela società europea di riproduzione umana ed embriologia in corso a Ginevra dal nostro inviato ELVIRA NASELLI 03 luglio 2017 Ginevra - Che le cure per il cancro potessero avere un impatto negativo sulla fertilità delle donne lo si sapeva già. Ma adesso - grazie ad uno studio appena presentato al trentatreesimo congresso Eshre, la società europea di riproduzione umana ed embriologia in corso a Ginevra - possiamo misurare l'effetto di chemio e radioterapia. Lo studio. Lo studio ha analizzato in Scozia tutti i tumori di donne di 39 anni, e più giovani, dal 1981 al 2012. Correlandoli alle gravidanze successive. A fronte di circa undicimila gravidanze attese, nel gruppo di donne sopravvissute al cancro se ne sono avute soltanto 6627. Quasi il 40 per cento in meno. Con differenze anche significative tra i diversi tipi di tumore (alla cervice, alla mammella o leucemia per esempio). L'impatto. Questa analisi, la prima legata ad un vasto studio di popolazione, fornisce numeri incontrovertibili. "E la prima robusta evidenza dell'effetto del cancro e delle sue terapie sulle gravidanze successive", ha spiegato Richard Anderson, del centro MRC per la salute riproduttiva dell'Università di Edinburgo. Motivo per cui bisogna concentrare gli sforzi sulle strategie per preservare la fertilità nelle ragazze e nelle giovani donne. E questo essenzialmente per due motivi: per l'aumento del tasso di sopravvivenza nelle donne giovani con diagnosi di cancro e per il miglioramento dei risultati delle tecniche di congelamento degli ovociti e del tessuto ovarico per poter avere un figlio dopo la fine delle terapie. La fertilità. Sono due infatti le principali tecniche per preservare la fertilità femminile: il congelamento di un pezzetto di tessuto ovarico o anche il congelamento degli ovociti. Un altro studio presentato oggi ad Eshre li mette a confronto: 1759 pazienti, 1024 sottoposte a congelamento degli ovociti e 735 a quello di tessuto ovarico. Il risultato - secondo l'ospedale La Fe di Valencia con Ivi (istitutovalenciano di infertilità) - non è differente in termini di nuovi nati tanto che si può proporre l'una tecnica o l'altra a seconda della necessità. Non del tutto d'accordo Anderson, che invece sottolinea come il congelamento di ovociti ed embrioni sia prassi acquisita, mentre quello di tessuto ovarico è considerato ancora sperimentale sebbene sia l'unica opzione per le ragazze prima della pubertà.