Biografia

Cosi si diventa mamme a 50 anni

Cosi si diventa mamme a 50 anni
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di Stefania Fiorucci

L'ultima è stata l'ex moglie di Silvester Stallone, Brigitte Nielsen.L'ex modella e attrice danese,dopo quattro maschi,è diventata mamma di una splendida bambina, Frida, il 22 giugno scorso, quando, neanche un mese dopo (il 15 luglio), compiva 55 anni.Vista l'età della partoriente, diciamo che tutti sono rimasti sorpresi, se non proprio interdetti.Nel mondo dello spettacolo tante hanno avuto figli dopo il  mezzo secolo di vita: basti pensare a Heater Parisi che ha avuto a 50 anni i suoi gemelli, oppure a Gianna Nannini, anche lei mamma a 54 anni, come la Nielsen. Tra le celebrità d'oltreoceano poi c'è l'imbarazzo della scelta. da Janet Jackson a Geena Davis, da Halle Berry a Holly Hunter. Eppure vedere una mamma over 50 un pò inquieta: forse perchè un tempo all'età di Brigitte Nielsen si diventava nonna? Chissà, fatto sta che oggi anche  chi ha superato il mezzo secolo può sperare nell'arrivo della cicogna. Escludendo le volte in cui  la natura ci mette lo zampino(statisticamente il due per mille dei casi), una gravidanza dopo i 50 è merito della scienza e dei suoi progressi nel campo della fecondazione assistita.Con la tecnica dell'ovodonazione, per esempio, l'ovulo di una donatrice di età compresa tra i 18 e i 35 anni ha buone possibilità di impiantarsi nell'utero di una donna che ha superato i 40, quando, secondo gli studi, l'eventualità di rimanere incinta  in modo naturale cala al di sotto del 10 per cento delle possibilità. Però, non tutte quelle che vogliono diventare mamme hanno facilità ad avvicinarsi psicologicamente all'ovodonazione:c'è sempre il pensiero che quell'ovulo che poi verrà fecondato dallo spermatozoo del compagno venga da un'altra donna e non abbia quindi il proprio Dna. Poco importa che la gravidanza avvenga nella propria "pancia", se il futuro bebè crescerà grazie al sangue della mamma portato dal cordone ombelicale, che il 99,9 per cento delle donne diventate madri con l'ovodonazione, una volta nato il pupo, non penserà mai più al fatto che proviene da un'unica cellula donata. Rimane il fatto che quell'unica cellula viene da una estranea. Per aggirare il "problema" (per chi lo vive come tale) si può ricorrere allora alla cosidetta "vitricazione degli ovociti", che consiste nel "congelare" in età estremamente fertile, quindi tra i 18 e i 35 anni, i propri ovuli, per poi "scongelarli", fecondarli artificialmente e impiantarli nell'utero in un secondo momento. Questa pratica ha permesso a Carmen Russo di avere a 53 anni la sua Maria, ed è la stessa usata da Brigitte Nielsen. Negli Usa è diffusissima: tra i benefit assicurati dai datori di lavoro alle giovani in carriera, che quindi non possono permettersi una gravidanza, ci sono spesso l'assicurazione sanitaria, quella sulla vita e la vitricazione degli ovociti. Le statistiche parlano da sole: una ricerca della clinica ginecologica Mangiagalli di Milano dice che c'è stato il sorpasso, in percentuale, del numero di donne che decide di diventare madre tra i 35 e i 45 anni rispetto a quelle tra i 25-34 anni: 48 per cento delle prime contro il 44,7 delle seconde.Non è solo una questione di pianificazione della maternità: ci sono donne messe dalla vita di fronte a prove dolorose, come le pazienti affette da un tumore, che , dopo la chemio, non possono più pensare a gravidanze coi propri ovociti.Oppure quelle che hanno perso un figlio, come la moglie di John Travolta, Kelly Preston, che grazie ai suoi ovuli congelati tanti anni prima ha potuto riassaporare  la gioia di essere madre.

Con Frida nata a giugno

Una delle  prime foto con la bimba pubblicate dallo spagnolo Hola, Brigitte Nielsen insieme a sua figlia Frida, nata  il 22 giugno presso la clinica di Los Angeles.

brigitte nielsen vero

 

La dottoressa Daniela Galliano Direttrice della Clinica di fertilità Ivi di Roma ed esperta del settore spiega: «Una  paziente oncologica che sta per sottoporsi a trattamenti chemioterapici, fondamentali per la patologia, ma tossici per le ovaie, oggi può farsi prelevare e conservare ovuli prima delle cure. Una volta guarita, può pensare con serenità a una gravidanza. La percentuale di guarigione delle donne colpite da tumore si è elevata notevolmente, permettendo alle donne di fare nuovi progetti per il futuro. C'è un progetto migliore di un figlio?». Dottoressa Galliano,vitrificare vuol dire congelare?«La vitrificazione è un processo di congelamento ultraveloce che, a differenza del congelamento lento, non fa formare cristalli di ghiaccio che potrebbero danneggiare la struttura cellulare dell'ovocita. Oggi le tecniche sono talmente avanzate che in un lasso di tempo brevissimo riusciamo a trasformare un liquido in un solido viscoso dalla consistenza vetrosa. Il procedimento è semplice, ma va programmato con largo anticipo, entro i 35 anni al massimo». Concretamente in cosa consiste? Si sottopone la donna  a un ciclo di fertilizzazione in vitro classica. Cioè: si stimolano le ovaie con ormoni in basse dosi, si aspirano gli ovociti che sono giunti a maturazione con un procedimento indolore, poi si congelano con una tecnica che si chiama "Cryotop". Da quel momento verranno conservati in azoto liquido a -196 gradi centigradi per tutto il tempo di cui il paziente ne ha bisogno.Anche anni>>.Dove vengono conservati questi ovoli congelati?«In una "banca della fertilità" presente nella stessa struttura che poi, un giorno, scongelerà le cellule uovo per impiantarle, fecondate ,nella donna da cui  erano state prelevate. Anche gli uomini, che pure hanno meno difficoltà a procreare in età avanzata, possono conservare i propri spermatozoi. In questo caso è tutto più semplice: il seme prelevato viene congelato e riposto nella "banca della fertilità"».Quando si decide di avere un figlio, cosa si fa? «Si procede allo scongelamento degli ovociti, alla loro fecondazione da parte degli spermatozoi del marito o compagno, e, dopo cinque giorni di osservazione in cui è stata constatata una corretta divisione cellulare, all'inserimento della cosiddetta blastocisti nell'utero "preparato" all'accoglimento.Con la vitrificazione Cryotop abbiamo raggiunto percentuali di gravidanza del 65 per cento»Cosa dire a chi addita la madre 50enne come "mamma in ritardo"?«Diventare mamme quando si è pronte per esserlo 24 ore al giorno non è una colpa, ma una scelta consapevole.Le sicurezze acquisite con la maturità, come la stabilità affettiva, lavorativa o socioeconomica, renderanno la gravidanza più tranquilla e la futura vita da mamma più serena . Non è corretto pensare che se una donna sceglie la maternità a 50 anni è colpa sua, ci doveva pensare prima, non si preoccupa del benessere dei suoi figli. Nessuno conosce la storia più intima delle persone?». A proposito di gravidanza:quali rischi corre una 50enne rispetto a una donna più giovane?«Se è in buona salute, se non fuma, se il suo peso rientra nella norma è la stessa di una 40enne. Ovviamente deve sottoporsi a tutti i controlli necessari per monitorare la placenta, che nel caso di una 50enne può andare incontro a un invecchiamento precoce. Con questi accorgimenti non ci saranno difficoltà». Come comportarsi quando si aspetta un bambino dopo i 50 anni? Lo ha spiegato bene, a suo tempo Carmen Russo, paziente proprio della dottoressa Galliano: «So che la mia gravidanza  può far storcere il naso a molti, ma non mi importa. L'unica cosa che conta è che da questo momento in poi farò una vita sanissima per vivere più a lungo possibile e stare vicina alla mia Maria» A cinque anni da quel lieto evento, la showgirl è più pimpante che mai: che la gravidanza tardiva contribuisca a mantenersi giovani? Perchè se ne parla ancora poco? Chissà, forse perchè per qualche strana ragione, il pensiero comune in Italia è che se una donna sceglie di diventare mamma  tardi è colpa sua, quindi, se il percorso presenta difficoltà, peggio per lei, ci poteva pensare prima. La vitrificazione degli ovociti, comunque, appare una tecnica perfetta per le donne  che, pur non volendolo, devono posticipare la maternità, perchè per varie ragioni la loro situazione negli anni precedenti non era l' ideale per procreare.

Vedi l'articolo originale su Visto n. 37, 2018

 

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