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Fecondazione eterologa, ecco perché in Italia quasi nessuno dona gli ovuli

Fecondazione eterologa, ecco perché in Italia quasi nessuno dona gli ovuli

Da quasi sei anni, la Corte Costituzionale ha abrogato il divieto. Ma l’Italia è lontana dall’autosufficienza con le donazioni. Ne abbiamo parlato con la ginecologa Daniela Galliano

Non ci sono più ostacoli legali: anche in Italia, la donazione dei gameti per la fecondazione eterologa è possibile e la procedura non è neppure così complessa. Eppure, come dimostrano i dati dell’ultimo Rapporto sulla Procreazione Medicalmente Assistita del Ministero della Salute, nonostante l’aumento esponenziale del ricorso all’eterologa (cioè a sperma o ovociti di un donatore o di una donatrice esterni alla coppia), quando gli aspiranti genitori hanno bisogno di gameti, devono rivolgersi all’estero, perché in Italia le donazioni sono molto scarse. Come è stato spiegato al 9.Baby Symposium 2019, sui 6771 cicli con donazioni di gameti, in più di 3100 casi è stato richiesto l’uso di ovociti di una donatrice, ma solo in 60 è stato possibile avere a disposizione quelli freschi di un centro italiano. In tutti gli altri casi, gli ovociti crioconservati sono stati importati da banche estere, in particolare da quelle spagnole. Fino al 2014, in Italia era proibita l’eterologa e, dunque, non era permessa nemmeno la donazione di gameti. Anche se sono passati ben cinque anni dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato il divieto, l’Italia è ancora ben lontana dall’autosufficienza con le donazioni. ma perché? Leggi l'articolo intero su VanityFair >