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Giornata mondiale senza tabacco. Il fumo uccide 6 milioni di persone ogni anno

Giornata mondiale senza tabacco. Il fumo uccide 6 milioni di persone ogni anno

Si chiama Ector l’orsetto di peluche, firmato Trudi, che grazie a un sensore posto al suo interno, tossisce ogni volta che qualcuno fuma vicino a lui. In quest modo scoraggia i fumatori, avverte i genitori, infine educa i bambini a tenersi alla larga dai danni prodotti anche dal fumo passivo. E’ la “mascotte” del progetto di sensibilizzazione contro il fumo passivo realizzato da Roche con il patrocinio di Wakce Women against lung Cancer in Europe. The protector Bear è un tenero orsachiotto da stringere a sé ma con una marcia in più. Ne parliamo oggi, data in cui si celebra la Giornata mondiale senza tabacco, eppure il 21 % della popolazione mondiale fuma, 1,1 miliardo di persone: 950 milioni uomini, 177 donne (dati OMS). L’adolescenza continua a essere il periodo di maggiore criticità: il 70% dei fumatori inizia prima dei 18 anni, il 94% prima dei 25. Nel nostro paese il vizio del fumo riguarda il 20% della popolazione con più di 14 anni. Si tratta di 11 milioni e mezzo di persone che, in media, consumano più di 10 sigarette al giorno, anche se i maggiori consumatori son i maschi nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni.

Giornata mondiale senza tabacco: fumo, dipendenza legalizzata

Nel mondo, ogni anno, muoiono 6 milioni di persone in conseguenza all’esposizione al fumo di sigaretta, un dato impressionante destinato a salire fino a 8 milioni nel 2030 (previsioni OMS). Il tabacco uccide più della droga, dell’Aids, dell’alcol, degli incidenti stradali, degli omicidi e suicidi messi insieme ed è sicuramente un fattore di rischio importante per malattie come cancro, diabete, patologie cardiovascolari e respiratorie.

L’80% delle vittime del fumo risiede in paesi a medio/basso reddito, ma anche i numeri relativi all’Europa e all’Italia devono far riflettere: ogni anno sono vittima del fumo 700 mila europei, tra questi circa 80 mila sono italiani.

Fumo diretto, indiretto e di terza mano

Sono le tre modalità attraverso le quali agisce il fumo da tabacco.

1. Il fumo diretto è quello del fumatore che volontariamente lo inala dalla sigaretta.

2. Il fumo indiretto o di seconda mano è quello che subiamo passivamente quando respiriamo vicino a una sigaretta accesa o condividiamo gli spazi con fumatori. Un dato per tutti: vivere da non fumatore con un partner fumatore abituale aumenta del 20% il rischio di sviluppare il cancro al polmone.

3. Si definisce fumo di terza mano i residui della combustione da sigaretta: gas e particelle che rimangono sui capelli, sui vestiti, sulla pelle. Residui maleodoranti e che fanno male alla salute. Le ricerche indicano che l’esposizione prolungata al fumo di terza mano provoca danni al fegato, malattie cardiovascolari e respiratorie. In particolare, queste ultime, sarebbero causate da uno stato di infiammazione cronica che può degenerare in asma o malattia polmonare cronica ostruttiva.

Giornata mondiale senza tabacco: bambini e fumo passivo

Il quadro dei dati sul fumo di seconda e terza mano, nel nostro Paese è allarmante. Oltre il 50% dei bambini italiani nel secondo anno di vita è esposto al fumo passivo, inala in modo abituale il fumo di chi si accende una sigaretta vicino a lui pure le particelle che si sprigionano dai capelli e dagli abiti dei fumatori. Quasi il 50% dei neonati e i bimbi fino a 5 anni di età è figlio di un fumatore e il 12% di entrambi i genitori. Un neonato su 5 ha una mamma fumatrice.

“Il fumo passivo è nocivo tanto quanto quello diretto”, dice Giulia Pasello, dirigente medico UOC di oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova. “Ogni anno, in Italia, ci sono 150/300 mila casi di bronchiti e polmoniti in bambini sotto i 18 mesi, patologie che si possono ricondurre all’esposizione passiva al fumo.

Giornata mondiale senza tabacco: il fumo è dannoso fin dal concepimento

Problemi di ovulazione, danni a carico delle ovaie e degli ovuli, menopausa precoce. Sono soltanto alcune delle conseguenze del consumo di nicotina sulla fertilità femminile, mentre nei maschi si assiste a una riduzione del numero degli spermatozoi, della loro motilità e morfologia.

“L’abitudine di fumare può ritardare fino a 12 mesi il tempo necessario per concepire un bambino”, dice Antonio Pellicer, Presidente IVI e condirettore di Fertility and Sterility. “Il ritardo è correlato al numero di sigarette fumate. Senza contare che, nelle coppie con problemi di infertilità, il fumo ha effetti negativi sul successo della terapia che risulta ridotto del 34%, con le percentuali maggiori di insuccesso tra le donne più mature. Nelle fumatrici rispetto alle non fumatrici risultano diminuiti la riserva ovarica, la risposta ovarica alla stimolazione, il numero di ovociti recuperati e fecondati, e i tassi di gravidanza”.

Gli effetti del fumo sono molto pesanti anche sulla gravidanza e sul benessere del neonato: numerosi studi dimostrano come il fumo sia associato ad un aumento delle percentuali di aborti spontanei, di nascite premature, del rischio di gravidanza multipla, e al basso peso del nascituro, che può andare incontro più facilmente al rischio di morbilità e mortalità correlate.