Biografia

IVI: pubblicato da Fertility and Sterility studio effetti vitrificazione ovocitaria su qualità embrioni

IVI: pubblicato da Fertility and Sterility studio effetti vitrificazione ovocitaria su qualità embrioni
  • Qualità embrioni da ovociti vitrificati simile a quella da ovociti freschi
  • Individuati parametri divisione embrionaria grazie a incubatore time lapse
  • Nel mese della prevenzione del tumore al seno una buona notizia per le donne costrette a rimandare la maternità per motivi di salute

A ottobre, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, dall’Istituto Valenciano di Infertilità arriva una buona notizie per le donne con gravi problemi di salute e costrette a rimandare la maternità.IVI ha infatti partecipato ad uno studio che si sofferma sugli effetti della vitrificazione ovocitaria e sulla qualità degli embrioni.

Lo studio, condotto da IVI e da INCLIVA – Università di Valencia, mette in luce come la qualità degli embrioni ottenuti a partire dagli ovociti vitrificati non risulti alterata, visto che la classificazione morfocinetica degli stessi è simile a quella osservata negli embrioni derivanti da ovociti freschi.

“La vitrificazione degli ovociti - spiega il Professor Antonio Pellicer, Presidente IVI e condirettore di Fertility and Sterility - rappresenta sempre di più una grande speranza per quelle donne che sono costrette a rimandare la maternità a causa di un problema di salute o per questioni personali”. “La possibilità di preservare la propria fertilità – aggiunge il Professor Pellicer – costituisce motivo per guardare al proprio futuro con maggiore speranza di diventare genitore: le donne costrette ad affrontare gravi patologie, come quelle del tumore al seno, hanno dunque una prospettiva di vita futura diversa”.

Secondo il rapporto Aiom-Airtum 2017 sui numeri del cancro in Italia, non considerando i carcinomi cutanei, “il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne” e “i tumori della mammella rappresentano il tumore più frequentemente diagnosticato tra le donne sia nella fascia d’eta 0-49 anni (41%), sia nella classe d’età 50-69 anni (35%), sia in quella più anziana +70 anni (22%)”.