Le donne affette da obesita', che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, potrebbero beneficiare del trasferimento differito dell'embrione che sembra aumentare le possibilita' di una gravidanza. Questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio condotto dai ricercatori di IVI e presentati in occasione del 74esimo congresso dell'American Society for Reproductive Medicine a Denver.
"Invece di trasferire l'embrione solo pochi giorni dopo aver stimolato la crescita degli ovuli e averli estratti, il trasferimento sarebbe posticipato ad un ciclo successivo, evitando cosi' un possibile effetto negativo sull'endometrio senza che la qualità degli embrioni diminuisca", spiega Antonio Requena, direttore medico di IVI.
"Questo posticipo e' praticabile grazie alla tecnica della vitrificazione - il congelamento ultra rapido nel nitrogeno liquido a -196C - al cui sviluppo IVI ha partecipato e che viene utilizzato quotidianamente nelle oltre 70 cliniche del gruppo", aggiunge. Quindi, il trasferimento di un embrione vitrificato potrebbe mitigare gli effetti negativi dell'obesita', osservati in cicli a fresco. Di fatto, e' frequente che le donne obese necessitino di piu' tempo per ottenere una gravidanza spontanea e, inoltre, hanno tre volte in più la possibilità di incorrere in problemi di infertilita' rispetto alle donne con un peso nella norma.
"Questo si deve a diversi fattori che influenzano la loro prognosi riproduttiva, come la bassa recettività endometriale - indica Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma -.
Le percentuali di impianto e di gravidanze diminuiscono significativamente con l'aumento del BMI femminile. Inoltre, nelle donne obese il rischio di complicanze durante il parto e' tre volte superiore rispetto alle donne con peso normale, le percentuali di aborto aumentano e il rischio di morte fetale e di parto prematuro raddoppiano".
D'altro canto, l'obesità colpisce non solo la donna, ma nell'adolescenza e nell'eta' adulta dei bambini e' un importante fattore di rischio per le malattie croniche, come la malattia cardiovascolare, la sindrome metabolica ed il diabete di tipo II. Pertanto, anche se sembra che con l'uso del trasferimento differito, la prognosi riproduttiva di queste pazienti potrebbe essere migliorata, gli specialisti di IVI consigliano sempre alle donne di affrontare la gestazione con un peso il più vicino possibile alla normalità.
Per ottenerlo, i ginecologi consigliano un piano di dimagrimento e di cambiamento delle cattive abitudini alimentari. E' importante consultare uno specialista della nutrizione e fare esercizio sotto la supervisione di un preparatore fisico, poiché e' dimostrato che l'esercizio moderato sia nell'uomo che nella donna migliora i risultati nei trattamenti di riproduzione assistita.