Congelare il tempo per fare scelte più consapevoli è un'opzione da conoscere, con il supporto dell'Istituto Valenciano dell'Infertilità (IVI)
Mettere al primo posto il desiderio di maternità, e poi prendere in mano le redini della vita professionale? Oppure è meglio pensare prima alla carriera, e solo dopo ad allargare la famiglia? Le questioni economiche e occupazionali sono al primo posto tra le paure relative al diventare genitori, come conferma un’indagine esplorativa sui punti di vista sulla maternità commissionata all’istituto di ricerca Ixè nel 2020 dall'Istituto Valenciano di Infertilità (IVI). Ma questi sono solo alcuni dei dubbi che devono affrontare le donne oggi. Si aggiungono le incertezze relazionali e personali, ed ecco che si sposta sempre più in là l'età media delle madri alla nascita del primo figlio. Mentre la società si muove verso "gravidanze tardive", però, la natura continua a dirci che l'età biologica ideale per diventare mamme è nella seconda decade della vita. Secondo l’American Society for Reproductive Medicine, la probabilità di restare incinta ad ogni ciclo, che fino a 30 anni è pari al 20% circa, diminuisce significativamente con il passare degli anni, riducendosi fino al 5% entro i 40 anni.
Se la maternità diventa una corsa a ostacoli
Superata una certa età, la strada che porta ad una gravidanza non è esattamente spianata e uno degli ostacoli principali è rappresentato dalla riserva ovarica, ovvero il numero di ovociti disponibili nelle ovaie. Mese dopo mese, la sua diminuzione è naturale e strettamente legata al passare del tempo. “La curva della fertilità femminile comincia il suo declino dopo i 35 anni, quando la riserva ovarica e la qualità degli ovociti cominciano a ridursi notevolmente.” spiega la Dott.ssa Daniela Galliano, medico chirurgo in ginecologia, ostetricia e medicina della riproduzione, Direttrice della clinica IVI di Roma. “Appare chiaro quindi che il fattore temporale diventa di fondamentale importanza: è giusto che anche le ragazze più giovani siano informate sui problemi di infertilità più comuni ma anche sulle possibili soluzioni per affrontarli.”
La scienza dalla parte delle future mamme
La ricerca di una gravidanza in età sempre più avanzata spiega quindi il recente aumento nel numero di trattamenti di fecondazione assistita, una possibilità che è bene conoscere quando si tratta di fare scelte su uno degli aspetti più importanti e delicati delle nostre vite. “È importante che le donne conoscano tutte le possibilità che la scienza ci mette a disposizione nel campo della riproduzione assistita, oggi non è più necessario fare una scelta tra carriera e il desiderio di ingrandire la famiglia.” – prosegue la Dottoressa Daniela Galliano – “attraverso la preservazione della fertilità, infatti, le donne hanno la possibilità di conservare la propria fertilità in modo da poter decidere il momento più opportuno per avere un bambino, come scelta informata e cosciente verso la maternità.”
Trovarsi intorno ai 40 anni con una bassa riserva ovarica e il desiderio di un figlio ancora da realizzare, non deve più essere considerato un destino inevitabile. È possibile infatti ricorrere alla tecnica comunemente chiamata egg freezing, che consiste nel congelamento degli ovuli a -196° per poterli utilizzare in un momento successivo della vita della donna. In questo modo, ne vengono mantenute intatte le proprietà fino al momento dello scongelamento, con tassi di sopravvivenza molto elevati. Gli ovuli possono essere mantenuti congelati per tutto il periodo desiderato, pertanto non esistono limiti di tempo. Questo procedimento non influisce negativamente sui tassi di successo dei trattamenti procreativi dato che i gameti mantengono la stessa qualità di cui disponevano nel momento in cui sono stati preparati per la conservazione.
Il fattore tempo nella ricerca di una gravidanza
L'aspetto temporale resta comunque rilevante nel trattamento della fertilità per via di alcuni fattori che possono caratterizzare l'andamento di una gravidanza tardiva, come la maggiore probabilità di sviluppare diabete gestazionale e ipertensione (che possono essere facilmente trattati), il rischio di parto cesareo e di parto prematuro più elevato, e anche di aborto spontaneo nel primo trimestre. Per questo l'Istituto Valenciano di Infertilità (IVI) si impegna in ogni modo per agevolare il più possibile il percorso dei propri pazienti e limitare al minimo i tempi di attesa. IVI offre infatti ai propri pazienti la possibilità di effettuare prime visite su Skype, così che si possa risparmiare tempo prezioso durante la fase della consulenza preparatoria ai fini dei trattamenti. Grazie all'impegno costante nella ricerca scientifica, inoltre, è in grado di offrire trattamenti dalle alte percentuali di successo e con standard di qualità elevati. Si tratta infatti di uno dei centri europei con i migliori tassi di gravidanza: 9 coppie su 10 che consultano l'IVI per problemi di infertilità raggiungono il loro obiettivo.
La rivoluzione sociale della preservazione della fertilità femminile
Grazie alla scienza, le donne hanno più strumenti a supporto delle loro scelte: possono infatti prendere decisioni consapevoli e informate per il proprio futuro, disponendo del proprio tempo biologico con maggiore autonomia riproduttiva, perché attraverso queste tecniche è possibile prevenire una vera e propria patologia – come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – che è l’infertilità. “Le donne che ricorrono alle tecniche di preservazione della fertilità riflettono sulla propria vita in modalità più profonde, maturando una decisione ponderata, frutto di lunghe considerazioni. Questo le rende più preparate, sia psicologicamente che fisicamente. La gravidanza rappresenta sicuramente un cambiamento positivo che porta gioia, entusiasmo e vitalità, credo quindi che sia giunto il momento di non doverla più interpretare come un bivio nella strada di una donna, quanto più a una scelta che ognuna di noi decide di prendere in maniera libera e autonoma” conclude la Dott.ssa Daniela Galliano.