È ancora necessario recarsi all’estero? Quanto conta l’età della donna? Progressi e criticità della fecondazione assistita
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infertilità è un fenomeno che colpisce circa il 15% delle coppie. In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute, nel 2017 si sono rivolte alla procreazione medicalmente assistita 78.366 coppie per 97.888 cicli iniziati e 13.973 bambini nati. L’efficacia dei trattamenti è del 27,5%, un valore che migliora sempre di più così come l’adeguatezza dell’offerta dei trattamenti.
La medicina della fertilità sta assumendo un ruolo sempre più importante come conseguenza dell’innalzamento dell’età di ricerca della gravidanza.
Quando l’età femminile è avanzata, infatti, diventa più difficile, se non impossibile, conseguire il concepimento naturale o con la fecondazione assistita tradizionale (omologa). «In passato, le donne diventavano madri intorno ai vent’anni, ma il ruolo sociale della donna era molto diverso. Oggi le donne sono giustamente alla ricerca di una loro indipendenza economica e di un loro ruolo nel mondo del lavoro. Quindi le decisioni più importanti, come quella di avere figli, si prendono intorno ai 40 anni, quando si ha già una solidità personale ed economica», afferma la Dottoressa Daniela Galliano, medico chirurgo in ginecologia, ostetricia e medicina della riproduzione, Direttrice del Centro IVI di Roma. «Purtroppo, però, la biologia non segue i mutamenti sociali e già dopo i 35 anni la curva della fertilità femminile è in declino». L’età media delle donne che si rivolgono alla Procreazione Medicalmente Assistita è di 36,7 anni, la più elevata in Europa.
PMA: A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA
Con Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) si intende l’insieme di quelle tecniche mediche che vengono utilizzate per dare una possibilità a una coppia con problemi di fertilità di provare a realizzare il proprio desiderio di avere un bambino. «Durante una prima visita in un centro specializzato, è estremamente importante effettuare un’analisi della storia clinica della coppia, per capire da dove derivi il problema di infertilità», spiega la Dottoressa Galliano. «A seguito della valutazione dei risultati di esami specifici, sarà lo specialista stesso a consigliare se ci siano le condizioni per procedere con un trattamento di PMA e quale sia il più idoneo da seguire».
In Italia il ricorso alle tecniche di PMA è disciplinato dalla legge 40 del 2004. Nel corso del tempo, però, una serie di sentenze della Corte Costituzionale ha fatto decadere molti divieti, non rendendo più necessario il fenomeno del «turismo procreativo», che ha portato molte coppie a recarsi all’estero per sottoporsi ai trattamenti di PMA. Oggi nel nostro paese hanno accesso alla Procreazione Medicalmente Assistita anche le coppie fertili portatrici di malattie genetiche ed è possibile fare ricorso alla diagnosi genetica preimpianto, una procedura che consente di accertare la presenza di eventuali alterazioni genetiche e cromosomiche prima di procedere all’impianto degli embrioni. Gli interventi della Corte Costituzionale hanno consentito, inoltre, il congelamento degli embrioni in eccesso e di superare il divieto alla fecondazione eterologa, ovvero mediante l’ovodonazione di una donatrice esterna. L’incremento delle coppie trattate e dei bambini nati è dovuto proprio all’aumento delle procedure eterologhe, che risultano le più efficaci per le coppie infertili. A differenza di altri paesi europei, però, in Italia la fecondazione eterologa è preclusa per le coppie omosessuali e per le donne single ed è consentita soltanto per le coppie eterosessuali.
L’OVODONAZIONE
Per quanto riguarda la donazione di gameti, in Italia rimangono ancora delle differenze rispetto alla Spagna. Le leggi di entrambi i paesi impongono che la donazione di ovuli sia un atto compiuto senza motivi di lucro, ma la legge spagnola prevede rimborsi alle donatrici per i giorni persi e i disagi collegati alle cure. Le donatrici spagnole, rispetto a quelle italiane, sono molto più numerose, anche a causa di una diversa cultura della donazione. È bene sapere che il processo di ovodonazione è molto sicuro e non influisce sulla fertilità della donna. Ma è altrettanto vero, e da non sottovalutare, che il percorso al quale è necessario sottoporsi non è banale perché implica una cura farmacologica per stimolare le ovaie, e un prelievo in day hospital in anestesia totale.
IL FATTORE TEMPO
Sono principalmente due i fattori che rendono più complicata la buona riuscita del percorso di Procreazione Medicalmente Aassistita. La scarsità d’informazioni sull’ovodonazione, motivo per cui in Italia la maggior parte dei gameti arriva dall’estero, e il fattore tempo, una delle variabili più rilevanti per la probabilità di successo di un intervento. L’età della donna influisce negativamente, infatti la qualità genetica degli ovociti diminuisce col passare degli anni, così come la capacità di portare avanti la gravidanza.