Lo studio ha coinvolto 651 pazienti il giorno prima del trasferimento programmato di embrioni, assegnando loro una morfologia della cavita' uterina. E' stata osservata una tendenza verso una minor riuscita dell'impianto ed una maggiore perdita clinica per le pazienti con un utero a T, anche se questi risultati non hanno raggiunto una statistica significativa. "La diagnosi precoce dell'utero a T mediante eco in 3D - aggiunge Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma - e' un'arma potenziale per migliorare l'ambito riproduttivo e ostetrico della donna, oltre ad essere una risorsa molto utile nell'ambito operatorio dell'isteroscopia. La grande portabilita' attuale dei sistemi di eco 3D fa si' che tutti i chirurghi di IVI possano contare tutti i giorni su questi sistemi, e questo significa poter fare affidamento su un utile strumento di appoggio al chirurgo nel rimodellamento chirurgico di queste cavita' endometriali ristrette in quei casi in cui e' presente un'indicazione chirurgica. Inoltre, questa tecnologia consente di ottimizzare il risultato chirurgico e di ridurre i tempi operatori".
