Dal 2015 IVI puo' contare nelle proprie cliniche su unita' specifiche per la cura dell'endometriosi. Una diagnosi ed un corretto trattamento e follow-up, sia medico che psicologico, assicurano che le pazienti si sentano supportate e comprese. Secondo la dottoressa Galliano "ci sono pochi medici specializzati nel trattamento chirurgico di queste pazienti. Molte donne, per paura di un intervento chirurgico, preferiscano controllare il dolore con compresse e altri farmaci, ma a volte l'opzione migliore e' proprio una corretta operazione chirurgica". L'ideale, assicura ancora l'esperta, e' la creazione "di centri di riferimento per l'endometriosi in cui siano presenti buoni radiologi che sappiano diagnosticare la malattia, ottimi chirurghi che possano operare, e un gruppo di psicologi che aiutino le pazienti con il dolore e a migliorare la loro qualita' di vita".
L'ENDOMETRIOSI. Questa malattia cronica si verifica quando l'endometrio - la parte che riveste l'utero e che e' evidente in ogni ciclo mestruale - rifluisce attraverso le tube di Falloppio con mestruazioni fino al bacino, e in quella zona crea aderenze alle tube e alle cisti nelle ovaie. Questo tessuto continua a reagire alle variazioni ormonali che si verificano in ciascun ciclo, cosa che provoca gonfiore negli organi in cui si trova. L'intero processo da' luogo a emorragia interna, rottura dei tessuti e infiammazione degli organi colpiti, che porta a forti dolori, problemi intestinali, aderenze e infertilita'.
L'IMPORTANZA DI UNA BUONA DIAGNOSI
L'endometriosi e' una malattia cronica: e' quindi importante diagnosticarla in tempi brevi e che venga trattata in modo appropriato. Dal momento che puo' peggiorare, e' importante che le donne abbiano tutte le informazioni possibili fin dall'inizio e che non ritardino troppo la maternita'. Anche se dipende dall'eta' e dal contesto clinico, si stima che nei casi di endometriosi, non importa se moderata o grave, il tasso di gravidanza naturale per ciclo sia inferiore al 2% (da 2 a 4,5% in casi piu' lievi), ben al di sotto del 20% delle donne che non soffrono di questa malattia. In quei casi che presentano più sintomi si raccomanda l'uso di farmaci palliativi fino ad arrivare, se necessario, ad una chirurgia pelvica per rimuovere le lesioni; anche se ci sono casi in cui e' necessario rimuovere parti delle ovaie o tutte le ovaie te, diminuendo cosi' la fertilità della paziente.